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Come assegnare una ricompensa senza usare il denaro (e avere collaboratori motivati).

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La vita ricompensa l’azione.

Calvin McGraw

E tu, stai agendo?

Mentre parlavo con due amici del loro business è saltato fuori un problema che avevano  in comune: come ricompensare i propri collaboratori.

Quello delle ricompense è un tema poco curato in ambito aziendale e di gestione del personale: si pensa che basti una bustarella con un assegno o una pacca sulla spalla per rendere “grata una persona del suo impegno e dei risultati raggiunti”. Ma ti sbagli.

La parola ricompensa ti fa scattare in mente solo il denaro? Quali strumenti hai usato nella tua carriera? Quali ricompense hai ricevuto?

Se gestisci delle persone e vuoi tenerle al tuo fianco e meglio che leggi questo articolo. Verrai ricompensato con tanta consapevolezza. J

Cos’è e come funziona la ricompensa

Ben Parr, autore di Captivology: The Science of Capturing People’s Attention, dice che “tutti gli animali (noi compresi) sono creature nate per realizzare obiettivi e cercare di ottenere ricompense. Il sesso ci permette di procreare e ci ricompensa con il piacere; la caccia ci permette di trovare cibo e ci ricompensa con il nutrimento”.

Pensa invece alla sensazione che provi quando mangi un dolce (gioia) e quando svuoti la casella di WhatsApp o delle email facendo scomparire il numerino in rosso (sollievo).

Ogni tua azione comporta una ricompensa. Bisogna capire se trovi motivazione nel farla.

Il dottor Kent Berridge specifica che “esistono due tipi di sistemi fondamentali coinvolti nelle ricompense per i comportamenti desiderati: waiting (appetito) e liking (piacere/soddisfazione)”.

Sei mai stato per tre giorni senza telefono? Io sì. E non intendo uno smartphone senza connessione, ma la sua assenza fisica.

Ero in un camping con altri professionisti durante un corso di formazione: è stata una disintossicazione totale. La dopamina si attivava grazie alle iniziative e le sfide che dovevamo affrontare ogni giorno. Le notifiche del telefono si erano trasformate in parole scambiate con i partecipenti.

Lo stimolo della ricompensa ti attiva la motivazione per ottenere qualcosa e, quando quella cosa la vuoi veramente, resti concentrato finché non ottieni la ricompensa che desideri.

Quali sono le tipologie di ricompensa

Le ricompense che desideri sono di due tipi, estrinseche e intrinseche e dipendono dalla tempistica con le quali vengono date.

Quelle estrinseche riguardano oggetti tangibili come denaro, trofei, voti d’esame sul libretto, mentre quelle intrinseche sono intangibili, come gioia durante un evento, emozione quando finisci di leggere un libro.

Perché è importante la tempistica? Se devi dare una ricompensa per gratificare una persona nel breve termine allora le ricompense estrinseche sono efficaci. Se vuoi aumentare la fedeltà della persona ad un lavoro o nei confronti della tua azienda allora quelle intrinseche sono più utili.

Ad esempio, dopo che hai dato un feedback importante, la ricompensa fa da ciliegina sulla torta.

1. La ricompensa estrinseca

Hai fretta di ottenere un risultato? E’ quella che fa per te.

Falla annusare al potenziale soggetto ricompensato e vedrai che otterrai la sua attenzione e motivazione.

C’è solo un problema: se hai bisogno di un lungo periodo per realizzare la tua missione o il tuo obiettivo questa ricompensa dev’essere ripetuta nel tempo, e quindi devi offrire un nuovo premio.

Consiglio: offri una ricompensa estrinseca attraverso un modo creativo e unico, così da non renderla banale.

Come assegnare una ricompensa estrinseca

Il famoso pioniere della gamification Yu-Kai Chou individua sei categorie per distribuire ricompense:

  1. Raccolta: dai solo un elemento della ricompensa totale, così da incentivare una persona a completare la collezione.
  2. Lotteria: dai un premio basato sul caso/fortuna.
  3. Ricompensa casuale: le persone sanno che riceveranno qualcosa dopo aver completato una task, ma non sanno cosa.
  4. Ricompensa successiva: dai qualcosa di inaspettato quando viene portata a termine un’azione.
  5. Regali: gli utenti regalano qualcosa ad altri (es. Candy Crush, Farmville, ecc…).
  6. Incentivi: offri un premio definito se viene compiuta un’azione.

La lezione che devi imparare da queste categorie è di cercare di attrarre un soggetto con una ricompensa imprevedibile e che lo faccia agire nel breve periodo.

2. La ricompensa intrinseca

Vuoi motivare qualcuno nel lungo periodo? Aumenta la sua soddisfazione nel compiere una missione.

Un’idea o un progetto complicati sono difficili da realizzare nel breve termine. Gratificare una persona con dei premi non la farà restare “sul pezzo” perché la sua attenzione calerà alla distanza.

Quello che ci spinge a ottenere una ricompensa di questo genere è la soddisfazione nel ottenere un certo risultato. Immagina questo blog: nessuno mi paga per scriverlo, ma la mia motivazione mi spinge a tirar fuori un articolo a settimana.

Sai cosa succede con i soldi (ricompensa estrinseca)? Che trasformi la tua motivazione in denaro e, quando non ricevi più quella somma, smetti di lavorarci.

Consiglio: utilizzarla per ottenere fedeltà e motivazione di una persona a lungo termine.

Come assegnare una ricompensa intrinseca

Cosa piace ai tuoi collaboratori? Cosa li motiva a lavorare per te? Scopri i loro sentimenti e agisci sui loro sentimenti.

Questa volta, a differenza della gamification, le categorie sono sedici e le ha identificate il professor Steven Reiss, psicologo americano. Io te le riassumo in tre grandi aree che ho provato ad individuare, così da renderti più motivante la loro applicazione:

  • Individuali: potere, autonomia, vendetta, prestigio, onore, curiosità, scopo;
  • Collettive: amicizie, accettazione dagli altri, giustizia sociale;
  • Relazionali: famiglia, attività fisica, sicurezza, cibo, coppia, lavoro.

Farò carriera? Troverò l’amore della mia vita? Avrò successo? Tutte domande che riceveranno ricompense intrinseche.

Come attribuire una ricompensa: linea guida generale.

Non hai tempo di pensare alle migliori ricompense da elargire? Questa linea guida può servirti.

1. Non tardare a dare una ricompensa.

Come rispondi velocemente a un contatto caldo tramite la lead generation, allora fai altrettanto per ricompensare un collaboratore.

Dagli un premio in denaro (soldi o gift card) da utilizzare subito: se lascia passare troppo tempo lui si focalizzerà sul ritardo e non sulla consegna.

2. Ricompensa in pubblico.

Elogia in pubblico, critica in privato. Anche se lo sai ricordati di farlo alle riunioni e via mail. Una ricompensa di questo genere gratifica lo spirito e l’entusiasmo del tuo collaboratore.

3. Non cessare l’attività dopo la ricompensa.

La persona che hai gratificato è carica a palla: assegnale un altro progetto e vedi come reagisce. La persona motivata non vede l’ora di fare altro, altrimenti non è quel talento su cui puoi contare nei momenti difficili.

Non ti bastano tutti questi motivi per gratificare una persona? C’è chi ne ha elencati 52 per gratificare i propri dipendenti.

RIASSUNTO

Non puoi sbagliarti: assegnare una ricompensa nel momento giusto è diventata la tua nuova abilità. Hai imparato a distinuere le ricompense e a come assegnarle.

 Il segreto sta nel trovare il giusto equilibrio tra ricompense estrinseche e intrinseche, questo farà la differenza tra collaboratori felici e altri meno, tra quelli fedeli alla tua azienda e chi se ne andrà.

Che tipi di ricompensa hai usato finora? Cosa ha funzionato nella tua struttura? Scrivilo nei commenti, puoi essere d’aiuto ad altre persone.

Hai dubbi sul sistema di ricompensa da adottare nella tua realtà aziendale? Scrivimi a info@lavoroingrande.it, leggo tutti i messaggi e ti rispondo al più presto.

Lavora in Grande!

Oreste